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Biblioteca Ulpia

Fa parte di Biblioteche pubbliche/Biblioteche pubbliche di Roma

Marta Maria Perilli - Pubblicato online il 28/09/2023 - DOI: 10.35948/DILEF/Dalib/8

Descrizione

Biblioteca Ulpia (o Bibliotheca templi Traiani)

(fondatore: Traiano; data di fondazione: post 112 d.C.)

Traiano fece costruire la settima biblioteca pubblica di Roma nel complesso del Foro di Traiano (D.C. 68, 16, 3), che andò a sussumere topograficamente l’Atrium Libertatis (FUR fr. 29b-d; [vd. BIBULP-AR]), dove si trovava la biblioteca di Asinio Pollione e di cui la Biblioteca Ulpia potrebbe aver ereditato la collezione libraria [vd. BIBATR-LET]. Il foro e la Basilica Ulpia furono inaugurati nel 112 d.C., mentre la Colonna di Traiano nel 113 d.C. (D.C. 68, 16, 3; [vd. BIBULP-AR]). Gli spazi della biblioteca sono stati identificati in due aule distinte affacciate sul cortile alle spalle della Basilica Ulpia, al centro del quale era collocata la Colonna di Traiano [vd. BIBULP-AR]. Dato che Traiano venne sepolto nella base della Colonna, con la Biblioteca Ulpia troviamo il primo caso a Roma di associazione tra una biblioteca e un monumento funebre, un’associazione presente anche in seguito nella Biblioteca di Celso e nella Biblioteca di Prusa [vd. BIBPRUS-LET].

Sulla base dei dati archeologici, sembra che il cortile e la biblioteca furono completati nel 125 d.C. sotto Adriano [vd. BIBULP-AR]. La biblioteca era attiva sicuramente nella seconda metà del II sec. d.C. (Gell. 11, 17, 1-4) e la sua vitalità è attestata fino alla metà del V sec. d.C. (Sidon. epist. 9, 16, 3, 25-28)[1].

Sotto Adriano, l’incarico di procurator bibliothecarum divi Traiani fu affidato al funzionario imperiale G. Annio Postumo (CIL 14.5352), il quale probabilmente soprintendeva tutte le biblioteche pubbliche di Roma (CIL 8.20684)[2]. I testi erano fruibili in lettura (Gell. 11, 17, 1; SHA Aurel. 1, 6-10; SHA Aurel. 8, 1; SHA Aurel. 24, 7) ed erano riposti in armadi numerati (armaria; SHA Tac. 8, 1)[3].

La collezione libraria comprendeva testi greci e latini (Sidon. epist. 9, 16, 3, 25-28), materiali giuridici, come gli editti dei pretori di età repubblicana (Gell. 11, 17, 1-4), forse opere grammaticali, come il De origine verborum et vocabulorum del grammatico di I a.C. Gavio Basso (Gell. 11, 17, 1-4; cf., inoltre, Gav. Bass. 2 Funaioli [ap. Gell. 11, 17, 4])[4], e scritti di natura letteraria, come le opere di Sidonio Apollinare (Sidon. epist. 9, 16, 3, 25-28). Sulla base delle informazioni riportate dall’Historia Augusta, sarebbero state presenti anche opere di oratoria (SHA Car. 11, 3) e materiali biografici e giuridici degli imperatori (SHA Aurel. 24, 7; SHA Prob. 2, 1; [vd. BIBTIB-LET]), come i diari di Aureliano (SHA Aurel. 1, 6-10), una lettera di Valeriano su Aureliano (SHA Aurel. 8, 1), entrambi scritti in libri lintei, e un senatus consultum sottoscritto dall’imperatore Tacito (SHA Tac. 8, 1) in un libro elephantinus (SHA Tac. 8, 1).

Era adornata con statue di scrittori, tra cui Sidonio Apollinare, a cui venne dedicata una statua mentre era ancora in vita (Sidon. epist. 9, 16, 3, 25-28) e, forse, anche di imperatori e di oratori: vi sarebbe stata dedicata una statua all’imperatore Numeriano in virtù dei suoi meriti oratori (SHA Car. 11, 3).

Per un periodo il materiale librario della biblioteca di Traiano sembra essere stato trasferito alle terme di Diocleziano (probabilmente in occasione dell’inaugurazione delle terme nel 305-306 d.C.; SHA Prob. 2, 1): questo trasferimento fu solo temporaneo, dato che nel V sec. d.C. è attestata l’attività della biblioteca del Foro di Traiano (Sidon. epist. 9, 16, 3, 25-28).

Bibliografia di riferimento: Fedeli 1988, p. 51; Dix-Houston 2006, pp. 695-699; Palombi 2014, pp. 107-109. Inoltre, cf. LTUR 2, p. 348; pp. 353-354, s.v. Forum Traiani (J. Packer).

  1. Per quanto riguarda le fonti letterarie, oltre alla testimonianza di Gellio e Sidonio Apollinare, tutte le altre informazioni sulla Biblioteca Ulpia derivano dall’Historia Augusta. Considerati i dubbi che in generale vertono sull’affidabilità dell’Historia Augusta, alcuni studiosi hanno ritenuto del tutto inattendibili anche le notizie fornite in merito alla Biblioteca Ulpia: cf. in particolare Dix-Houston 2006, pp. 695-699. Opposta l’opinione di Meneghini 2002, spec. pp. 666-667. Per quanto alcuni dei dettagli possano essere dubbi, sembra più condivisibile la posizione di Palombi 2014, p. 109: lo scetticismo con cui si guarda ai contenuti dell’Historia Augusta non inficia la verosimiglianza delle informazioni riportate sulla Biblioteca Ulpia. A favore di questa posizione sembra andare il fatto che, ad eccezione dei riferimenti alle specifiche opere conservate nella biblioteca, sono poche le informazioni tradite che non trovino riscontro sia nella testimonianza di Gellio e in quella di Sidonio sia nelle descrizioni di altre biblioteche pubbliche o private coeve.

  2. Houston 2002, p. 169; 2014, p. 243, spec. n. 107; Bowie 2013, pp. 250-251.

  3. Sull’armarium per custodire i libri cf. Houston 2014, pp. 183-188; [vd. BIBLAUR-LET].

  4. La presenza di questo testo nella Biblioteca Ulpia è incerta: Gellio riporta che un suo amico, seduto come lui nella biblioteca a consultare dei testi, gli riferisce il significato di un termine sulla base di quanto ha letto nell’opera di Gavio Basso, ma non viene specificato se questo fosse il libro che stava consultando al momento. Si tratta di un’ipotesi plausibile, ma non altrimenti verificabile.

Bibliografia

Bowie, E. (2013), Libraries for the Caesars, in:König, J. – Oikonomopoulou, K. – Woolf, G. (eds.), Ancient Libraries, Cambridge, pp. 237-260.

Dix, T.K. – Houston, G.W. (2006), Public Libraries in the City of Rome. From the Augustan Age to the Time of Diocletian, «MEFRA» 118, pp. 671-717.

Fedeli, P. (1988), Biblioteche private e pubbliche a Roma e nel mondo romano, in Cavallo, G. (ed.), Le biblioteche nel mondo antico e medievale, Roma-Bari, pp. 31-64.

Houston, G.W. (2002), The Slave and Freedman Personnel of Public Libraries in Ancient Rome, «TAPhA» 132, pp. 139-176.

Houston, G.W. (2014), Inside Roman Libraries. Book Collections and their Management in Antiquity, Chapel Hill.

Meneghini, R. (2002), Nuovi dati sulla funzione e le fasi costruttive delle biblioteche del foro di Traiano, «MEFRA» 114, pp. 655-692.

Palombi, D. (2014), Le biblioteche pubbliche a Roma: luoghi, libri, fruitori, pratiche, in Meneghini, R. – Rea, R. (ed.), La biblioteca infinita. I luoghi del sapere nel mondo antico, Milano, pp. 98-118.

Fonti

Fonti

Gell. 11, 17, 1-4

edicta veterum praetorum sedentibus forte nobis in bibliotheca templi Traiani et aliud quid requirentibus cum in manus incidissent, legere atque cognoscere libitum est. Tum in quodam edicto antiquiore ita scriptum invenimus: "Qui flumina retanda publice redempta habent, si quis eorum ad me eductus fuerit, qui dicatur, quod eum ex lege locationis facere oportuerit, non fecisse". "Retanda" igitur quid esset, quaerebatur. Dixit ibi quispiam nobiscum sedens amicus meus in libro se Gavi de origine vocabulorum VII legisse "retas" vocari arbores, quae aut ex ripis fluminum eminerent aut in alveis eorum exstarent, appellatasque esse a retibus, quod praetereuntes naves inpedirent et quasi inretirent; idcircoque sese arbitrari "retanda" flumina locari solita esse, id est purganda, ne quid aut morae aut periculi navibus in ea virgulta incidentibus fieret.

https://latin.packhum.org/loc/1254/1/251/197-227@1#251

D.C. 68, 16, 3

κατεσκεύασε δὲ καὶ βιβλίων ἀποθήκας. καὶ ἔστησεν ἐν τῇ ἀγορᾷ καὶ κίονα μέγιστον, ἅμα μὲν ἐς ταφὴν ἑαυτῷ, ἅμα δὲ ἐς ἐπίδειξιν τοῦ κατὰ τὴν ἀγορὰν ἔργου· παντὸς γὰρ τοῦ χωρίου ἐκείνου ὀρεινοῦ ὄντος κατέσκαψε τοσοῦτον ὅσον ὁ κίων ἀνίσχει, καὶ τὴν ἀγορὰν ἐκ τούτου πεδινὴν κατεσκεύασε.

http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A2008.01.0593%3Abook%3D68%3Achapter%3D16%3Asection%3D3

SHA Aurel. 1, 6-10

“Et tamen, si bene novi, ephemeridas illius viri scriptas habemus. Etiam bella charactere historico digesta, quae velim accipias et per ordinem scribas, additis quae ad vitam pertinent.

quae omnia ex libris linteis, in quibus ipse cotidiana sua scribi praeceperat, pro tua sedulitate condisces. Curabo autem, ut tibi ex Ulpia bibliotheca et libri lintei proferantur. Tu velim Aurelianum ita ut est, quatenus potes, in litteras mittas” Parui, mi Piniane, praeceptis, accepi libros Graecos et omnia mihi necessaria in manum sumpsi, ex quibus ea, quae digna erant memoratu, in unum libellum contuli. Tu velim meo muneri boni consulas et, si hoc contentus non fueris, lectites Graecos, linteos etiam libros requiras, quos Ulpia tibi bibliotheca, cum volueris, ministrabit.

https://latin.packhum.org/loc/2331/26/0/1481-1498@1#0

SHA Aurel. 8, 1

inveni nuper in Ulpia bibliotheca inter linteos libros epistolam divi Valeriani de Aureliani principe scriptam.

https://latin.packhum.org/loc/2331/26/6/53-70@1#6

SHA Aurel. 24, 7

haec et a gravibus viris conperi et in Ulpiae bibliothecae libris relegi.

https://latin.packhum.org/loc/2331/26/25/969-992@1#25

SHA Tac. 8, 1

ac ne quis me temere Graecorum alicui Latinorumve aestimet credidisse, habet in bibliotheca Ulpia in armario sexto librum elephantinum, in quo hoc senatus consultum perscriptum est, cui Tacitus ipse manu sua subscripsit.

https://latin.packhum.org/loc/2331/27/5/520-537@1#5

SHA Prob. 2, 1

usus autem sum […] praecipue libris ex bibliotheca Ulpia, aetate mea thermis Diocletianis, et item ex domo Tiberiana.

https://latin.packhum.org/loc/2331/28/2/127-149@1#2

SHA Car. 11, 3

huius oratio fertur ad senatum missa tantum habuisse eloquentiae, ut illi[s] statua non quasi C<a>esari sed quasi r<h>et[h]ori decerneretur, ponenda in bibliotheca[e] Ulpia, cui suscriptum est: 'Numeriano Caesari, oratori temporibus suis potentissimo’.

https://latin.packhum.org/loc/2331/30/11/844-855,859-864@1#11

Sidon. epist. 9, 16, 3, 25-28

cum meis poni statuam perennem / Nerva Traianus titulis videret, / inter auctores utriusque fixam / bybliothecae.

http://mizar.unive.it/mqdq/public/testo/testo/ordinata/ot1839070/query/a#mark

Testi di confronto

Gav. Bass. 2 Funaioli [ap. Gell. 11, 17, 4]

retas… arbores

https://archive.org/details/grammaticaeroma02funagoog/page/486/mode/2up?view=theater

Testimoni epigrafici

CIL 8.20684

https://edh.ub.uni-heidelberg.de/edh/inschrift/HD028615

CIL 14.5352

http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?do=book&id_nr=EDR110170

Informazioni sull'autore

Marta Maria Perilli - 0000-0001-6883-7286
Università degli studi di Firenze

Informazioni

Cita come: Marta Maria Perilli, Biblioteca Ulpia_Scheda Letteraria, anno 2023, DOI 10.35948/DILEF/Dalib/8 contenuto in Valeria Piano, Barbara del Giovane (a cura di), DaLiB. Dal Libro alla biblioteca, DILEF Unifi 2023.

Ricevuto il: 20/06/2023

Pubblicato online il: 28/09/2023

DOI: 10.35948/DILEF/Dalib/8

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