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Biblioteca del Portico di Ottavia

Fa parte di Biblioteche pubbliche/Biblioteche pubbliche di Roma

Marta Maria Perilli - Pubblicato online il 28/09/2023 - DOI: 10.35948/DILEF/Dalib/12

Descrizione

Con il bottino della vittoria sui Dalmati del 33 a.C. (D.C. 49, 43, 8), Ottaviano ricostruì l’antico Portico di Metello, situato nell’area sud del Campo Marzio [vd. BIBOCT-AR], che comprendeva al suo interno i templi di Giove Statore e Giunone Regina (Ov. trist. 3, 1, 59-74; Vell. 1, 11, 3; Plin. nat. 36, 42; per la statuaria presente nel tempio di Giunone cf., inoltre, Plin. nat. 36, 24; Plin. nat. 36, 35) ed era ornato di statue equestri provenienti dalla Macedonia (Vell. 1, 11, 3).

Il nuovo complesso fu dedicato nel 23 a.C. a nome della sorella Ottavia, morta nell’11 a.C. (terminus ante quem per costruzione della biblioteca; Svet. Aug. 29, 4; D.C. 49, 43, 8). Ottavia a sua volta dedicò la biblioteca costruita all’interno del portico alla memoria del figlio Marcello, morto nel 23 a.C. (terminus post quem per datazione della biblioteca; Plut. Marc. 30, 6 = 30, 11 Ziegler; Liv. perioch. 140)[1]. Non è sicuro se il portico e la biblioteca siano state fatte costruire da Augusto a nome della sorella (Svet. Aug. 29, 4 fa riferimento solo al portico; D.C. 49, 43, 8) o da Ottavia stessa (Ov. ars. 1, 69-70 sembra fare riferimento alla biblioteca; Plut. Marc. 30, 6 = 30, 11 Ziegler fa riferimento alla biblioteca; Fest., p. 188 Lindsay e Liv. perioch. 140 fanno riferimento al portico). L’ipotesi più plausibile è che Augusto abbia finanziato il progetto (Svet. Aug. 29, 4; D.C. 49, 43, 8) e che Ottavia lo abbia portato a realizzazione dedicando poi la biblioteca alla memoria del figlio (Plut. Marc. 30, 6 = 30, 11 Ziegler; Liv. perioch. 140).

Plinio il Vecchio designa una struttura associata al Portico di Ottavia come curia o schola Octaviae, luogo dove erano collocate varie opere d’arte (Plin. nat. 35, 114; Plin. nat. 36, 22; Plin. nat. 36, 28-29) e che forse potrebbe essere identificato con la biblioteca stessa. Altrimenti parla più genericamente di opera Octaviae (Plin. nat. 34, 31; Plin. nat. 35, 139; Plin. nat. 36, 15). Non è chiara la relazione tra queste varie designazioni (opera, curia o schola Octaviae) e la biblioteca e quella tra i rispettivi impianti del portico ([vd. BIBOCT-AR])[2]. Il termine curia (Plin. nat. 36, 28-29) potrebbe rimandare al luogo in quanto sede di riunioni del Senato: una riunione è attestata per il 7 a.C. (D.C. 55, 8, 1).

L’organizzazione della biblioteca fu affidata da Augusto a C. Melisso, liberto di Mecenate (Svet. gramm. 21, 1-3)[3]. La biblioteca presentava una sezione greca e una latina, a ciascuna delle quali erano addetti degli specifici schiavi (CIL 6.2347; CIL 6.2348; CIL 6.2349; CIL 6.2433; CIL 6.2435)[4].

Non abbiamo molte informazioni sulla collezione libraria. La presenza delle opere di Virgilio e Livio potrebbe essere attestata dal tentativo fallimentare di Caligola di rimuoverle, assieme ai loro ritratti, da tutte le biblioteche pubbliche di Roma attive durante il suo regno (Svet. Cal. 34, 2) e, quindi, forse anche da quella del Portico di Ottavia[5]. Almeno fino all’8 d.C., nella collezione della Biblioteca del Portico di Ottavia – così come in quella dell’Atrium Libertatis e in quella della Palatina [vd. BIBATR-LET; BIBPAL-LET] – erano probabilmente incluse le opere di Ovidio pubblicate prima del suo esilio (vv. 65-66 in Ov. trist. 3, 1, 59-74). A seguito della condanna del poeta, dalle biblioteche pubbliche di Roma venne esclusa non solo l’Ars amatoria (vv. 65-66 in Ov. trist. 3, 1, 59-74), ma verosimilmente, anche quelle pubblicate prima dell’esilio e quelle completate o composte dopo di esso (per l’esclusione dalla Biblioteca del Portico di Ottavia cf. in part. vv. 69-70 in Ov. trist. 3, 1, 59-74; vd. BIBATR-LET; BIBPAL-LET)[6]. Con ogni probabilità, nella Biblioteca del Portico di Ottavia (così come in quella dell’Atrium Libertatis e nella Palatina [vd. BIBPAL-LET; BIBOCT-LET]) doveva essere possibile trovare anche le opere greche e latine che Ovidio menziona in Tristia 2, 363-418 e 421-466 (o, per lo meno, alcune di esse), così come testi analoghi. Ovidio, infatti, dice che «queste (sc. opere) sono riposte mescolate assieme ai capolavori di uomini dotti e, rese pubbliche per dono dei capi, sono aperte a tutti» (suntque ea doctorum monumentis mixta virorum, / muneribusque ducum publica facta patent: Ov. trist. 2, 419-420), facendo chiaramente riferimento alle biblioteche pubbliche di Roma attive all’inizio del I sec. d.C. [vd. BIBATR-LET; BIBPAL-LET][7]. A partire dall’età di Tiberio, dovettero esservi incluse anche le opere di Euforione, Riano e Partenio, autori particolarmente amati dall’imperatore, il quale volle che le biblioteche pubbliche di Roma fossero dotate sia dei loro scritti che dei loro ritratti (Svet. Tib. 70, 2)[8].

Il Portico di Ottavia fu distrutto dall’incendio dell’80 d.C., che sotto Tito colpì anche il Campidoglio e il Campo Marzio (D.C. 66, 24, 1-2; Oros. hist. 7, 16, 1-3), lo stesso incendio da cui è plausibile che sia stata colpita anche la Biblioteca Palatina [vd. BIBPAL-LET]. Come la Palatina, la Biblioteca del Portico di Ottavia fu ricostruita sotto Domiziano, che mandò legati ad Alessandria per far copiare alcuni dei testi perduti nell’incendio (Svet. Dom. 20, 1; [vd. BIBPAL-LET]). Dopo un altro incendio, il Portico di Ottavia fu restaurato da Settimio Severo e Caracalla nel 203 d.C. (CIL 6.1034).

Bibliografia di riferimento: Fedeli 1988, p. 50; Dix-Houston 2006, pp. 685-688; Palombi 2014, pp. 101-105. Inoltre, vd. LTUR 4, 141-142, s.v. Porticus Octaviae (A. Viscogliosi).

  1. Vertono varie incertezze sulla data di costruzione del portico: post 33 o 29 o 27 o 23, ma ante 11 (cf. Dix-Houston 2006, p. 685). Forse di può pensare a una data post 27 a.C. (Vitr. 3, 2, 5 cita ancora la Porticus Metelli) e ante 23 a.C. (l’anno della morte di Marcello, che potrebbe averla iniziata a costruire quando era ancora in vita, mentre era edile nel 23 a.C.: cf. Ov. ars 1, 69-70). In ogni caso la costruzione della biblioteca non è necessariamente coeva a quella della porticus. La notizia della dedica da parte di Ottavia a Marcello consente di datare la biblioteca tra il 23 e l’11 a.C.

  2. Dix-Houston 2006, p. 686: i due termini potrebbero indicare lo stesso edificio (quello della biblioteca?) usato sia come sede di riunioni del senato (curia) sia come luogo di studio e discussione (schola).

  3. Su C. Melisso cf. Bowie 2013, p. 247.

  4. Fedeli 1988, p. 62 n. 61; Palombi 2014, p. 105. Sul personale addetto alle biblioteche cf. Houston 2002; 2014, 217-252.

  5. Per altre biblioteche che probabilmente conservavano le opere di Virgilio e Livio [vd. BIBATR-LET; BIBPAL-LET; BIBAUG-LET; BIBTIB-LET]. Più in dettaglio [vd. BIBPAL-LET]

  6. Per una trattazione più dettagliata in merito alla presenza delle opere di Ovidio nelle biblioteche pubbliche di Roma, con bibliografia, [vd. BIBPAL-LET]. In generale, sulla circolazione delle opere di Ovidio dopo il suo esilio [vd. BIBOV-LET].

  7. Luck 1977, p. 140; Ingleheart 2010, pp. 328-330. [vd. BIBPAL-LET].

  8. Per altre biblioteche che, con ogni probabilità, conservavano queste opere [vd. BIBATR-LET; BIBPAL-LET; BIBAUG-LET].

Bibliografia

Bowie, E. (2013), Libraries for the Caesars, in König, J. – Oikonomopoulou, K. – Woolf, G. (eds.), Ancient Libraries, Cambridge-New York, pp. 237-260.

Dix, T.K. – Houston, G.W. (2006), Public Libraries in the City of Rome. From the Augustan Age to the Time of Diocletian, «MEFRA» 118, pp. 671-717.

Fedeli, P. (1988), Biblioteche private e pubbliche a Roma e nel mondo romano, in Cavallo, G. (ed.), Le biblioteche nel mondo antico e medievale, Roma-Bari, pp. 29-64.

Houston, G.W. (2002), The Slave and Freedman Personnel of Public Libraries in Ancient Rome, «TAPhA» 132, pp. 139-176.

Houston, G.W. (2014), Inside Roman Libraries. Book Collections and their Management in Antiquity, Chapel Hill.

Ingleheart, J. (2010), A Commentary on Ovid, Tristia, Book 2, Oxford.

Luck, G. (1977), Publius Ovidius Naso. Tristia. Kommentar, vol. II, Heidelberg.

Palombi, D. (2014), Le biblioteche pubbliche a Roma: luoghi, libri, fruitori, pratiche, in Meneghini, R. – Rea, R. (eds.), La biblioteca infinita. I luoghi del sapere nel mondo antico, Milano, pp. 98-118.

Fonti

Fonti

Ov. ars 1, 69-70

aut ubi muneribus nati sua munera mater / addidit, externo marmore dives opus…

https://www.mqdq.it/texts/OV|aram|001

Ov. trist. 2, 419-420

Suntque ea doctorum monumentis mixta uirorum, / muneribusque ducum publica facta patent.

https://www.mqdq.it/texts/OV|tri2|001

Ov. trist. 3, 1, 59-74

Inde tenore pari gradibus sublimia celsis / ducor ad intonsi candida templa dei, / signa peregrinis ubi sunt alterna columnis, / Belides et stricto barbarus ense pater, / quaeque uiri docto ueteres cepere nouique / pectore, lecturis inspicienda patent. / quaerebam fratres, exceptis scilicet illis, / quos suus optaret non genuisse pater. / Quaerentem frustra custos e sedibus illis / praepositus sancto iussit abire loco. / Altera templa peto, uicino iuncta theatro: / haec quoque erant pedibus non adeunda meis. / Nec me, quae doctis patuerunt prima libellis, / atria Libertas tangere passa sua est. / In genus auctoris miseri fortuna redundat, / et patimur nati, quam tulit ipse, fugam.

https://www.mqdq.it/texts/OV|tri3|001

Plut. Marc. 30, 6 = 30, 11 Ziegler

εἰς δὲ τιμὴν αὐτοῦ [sc. Μαρκέλλου] καὶ μνήμην Ὀκταβία μὲν ἡ μήτηρ τήν βιβλιοθήκην ἀνέθηκε, Καῖσαρ δὲ θέατρον ἐπιγράψας Μαρκέλλου.

http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A2008.01.0118%3Achapter%3D30%3Asection%3D6

Svet. Aug. 29, 4

quaedam etiam opera sub nomine alieno, nepotum scilicet et uxoris sororisque fecit [sc. Augustus], ut porticum basilicamque Gai et Luci, item porticus Liviae et Octaviae theatrumque Marcelli.

https://latin.packhum.org/loc/1348/1/41/2423-2443@1#41

Svet. Tib. 70, 2

Fecit et Graeca poemata imitatus Euphorionem et Rhianum et Parthenium, quibus poetis admodum delectatus scripta omnium et imagines publicis bibliothecis inter veteres et praecipuos auctores dedicavit.

https://latin.packhum.org/loc/1348/1/107/709-720@1#107

Svet. Cal. 34, 2

Sed et Vergili[i] ac Titi Liui scripta et imagines paulum afuit quin ex omnibus bibliothecis amoueret, quorum alterum ut nullius ingenii minimaeque doctrinae, alterum ut uerbosum in historia neglegentemque carpebat.

https://latin.packhum.org/loc/1348/1/124/641-662@1#124

Svet. Dom. 20, 1

liberalia studia imperii initio neglexit, quamquam bibliothecas incendio absumptas impensissime reparare curasset, exemplaribus undique petitis, missisque Alexandream qui describerent emendarentque.

https://latin.packhum.org/loc/1348/1/247/42-73@1#247

Svet. gramm. 21, 1-3

C. Melissus, Spoleti natus ingenuus, sed ob discordiam parentum expositus, cura et industria educatoris sui altiora studia percepit, ac Maecenati pro grammatico muneri datus est. […] quo delegante [sc. Augusto], curam ordinandarum bibliothecarum in Octaviae porticu suscepit.

https://latin.packhum.org/loc/1348/4/0/19106-19129@1#0

Fest., p. 188 Lindsay

Octaviae porticus duae appellantur, quarum alteram, theatro Marcelli propiorem, Octavia soror Augusti fecit.

https://latin.packhum.org/loc/1236/1/2/1604-1628@1#2

D.C. 49, 43, 8

ἐπειδή τε οἱ Δελμάται παντελῶς ἐκεχείρωντο, τάς τε στοὰς ἀπὸ τῶν λαφύρων αὐτῶν καὶ τὰς ἀποθήκας τῶν βιβλίων τὰς Ὀκταουιανὰς ἐπὶ τῆς ἀδελφῆς αὐτοῦ κληθείσας κατεσκεύασεν [sc. ὁ Καῖσαρ].

https://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A2008.01.0593%3Abook%3D49%3Achapter%3D43%3Asection%3D8

D.C. 66, 24, 1-2

πῦρ δὲ δὴ ἕτερον ἐπίγειον τῷ ἑξῆς ἔτει πολλὰ πάνυ τῆς Ῥώμης, τοῦ Τίτου πρὸς τὸ πάθημα τὸ ἐν τῇ Καμπανίᾳ γενόμενον ἐκδημήσαντος, ἐπενείματο· […] τὰ Ὀκταουίεια οἰκήματα μετὰ τῶν βιβλίων, τόν τε νεὼν τοῦ Διὸς τοῦ Καπιτωλίου μετὰ τῶν συννάων αὐτοῦ κατέκαυσεν.

https://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A2008.01.0593%3Abook%3D66%3Achapter%3D24%3Asection%3D1

Liv. perioch. 140

Octavia soror Augusti defuncta, ante amisso filio Marcello cuius monimenta sunt theatrum et porticus nomine eius dicata.

https://latin.packhum.org/loc/914/2/138/196-218@1

Oros. hist. 7, 16, 1-3

Anno ab urbe condita DCCCCXXX […] nam fulmine Capitolium ictum ex quo facta inflammatio bibliothecam illam, maiorum cura studioque compositam, aedesque alias iuxta sitas rapaci turbine concremavit.

https://www.thelatinlibrary.com/orosius/orosius7.shtml#16

Testi di confronto

Vell. 1, 11, 3

hic est Metellus Macedonicus, qui porticus, quae fuerunt circumdatae duabus aedibus sine inscriptione positis, quae nunc Octaviae porticibus ambiuntur, fecerat, quique hanc turmam statuarum equestrium, quae frontem aedium spectant, hodieque maximum ornamenturn eius loci, ex Macedonia detulit.

https://latin.packhum.org/loc/1044/1/10/539-567@1#10

Plin. nat. 34, 31

(statua di Cornelia) sedens huic posita soleisque sine ammento insignis in Metelli publica porticu, quae statua nunc est in Octaviae operibus.

https://latin.packhum.org/loc/978/1/2472/810-816,819-823@1#2472

Plin. nat. 35, 114

Antiphilus […] Hesionam nobilem pinxit et Alexandrum ac Philippum cum Minerva, qui sunt in schola in Octaviae porticibus.

https://latin.packhum.org/loc/978/1/2564/885-890,895-901@1#2564

Plin. nat. 35, 139

Artemon [sc. pinxit] Danaen mirantibus eam praedonibus, reginam Stratonicen, Herculem et Deianiram, nobilissimas autem, quae sunt in Octaviae operibus, Herculem ab Oeta monte Doridos exusta mortalitate consensu deorum in caelum euntem, Laomedontis circa Herculem et Neptunum historiam.

https://latin.packhum.org/loc/978/1/2573/795-801,804-808@1#2573

Plin. nat. 36, 15

et ipsum Phidian tradunt scalpsisse marmora, Veneremque eius esse Romae in Octaviae operibus eximiae pulchritudinis.

https://latin.packhum.org/loc/978/1/2596/220-244@1#2596

Plin. nat. 36, 22

eiusdem [sc. Praxitelis] est et Cupido, obiectus a Cicerone Verri "ille, propter quem Thespiae visebantur," nunc in Octaviae scholis positus.

https://latin.packhum.org/loc/978/1/2597/1957-1961,2041-2047@1#2597

Plin. nat. 36, 24

intra Octaviae porticus in Iunonis aede Aesculapius ac Diana.

https://latin.packhum.org/loc/978/1/2597/2041-2058@1#2597

Plin. nat. 36, 28-29

similiter in curia Octaviae quaeritur de Cupidine fulmen tenente; id demum adfirmatur, Alcibiaden esse, principem forma in ea aetate. multa in eadem schola sine auctoribus placent: Satyri quattuor, ex quibus unus Liberum patrem palla velatum umeris praefert, alter Liberam similiter, tertius ploratum infantis cohibet, quartus cratere alterius sitim sedat, duaeque Aurae velificantes sua veste.

https://latin.packhum.org/loc/978/1/2599/629-634,635-641@1#2599

Plin. nat. 36, 35

intra Octaviae vero porticus aedem Iunonis ipsam deam Dionysius et Polycles aliam…

https://latin.packhum.org/loc/978/1/2601/833-855@1#2601

Plin. nat. 36, 42

nec Sauram atque Batrachum obliterari convenit, qui fecere templa Octaviae porticibus inclusa, natione ipsi Lacones.

https://latin.packhum.org/loc/978/1/2601/3667-3689@1#2601

D.C. 55, 8, 1

Τιβέριος δὲ ἐν τῇ νουμηνίᾳ ἐν ᾗ ὑπατεύειν μετὰ Γναίου Πίσωνος ἤρξατο ἔς τε τὸ Ὀκταουίειον τὴν βουλὴν ἤθροισε διὰ τὸ ἔξω τοῦ πωμηρίου.

http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A2008.01.0593%3Abook%3D55%3Achapter%3D8%3Asection%3D1

Testimoni epigrafici

CIL 6.1034

CIL 6.2347

http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?do=book&id_nr=EDR119317

CIL 6.2348

http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?do=book&id_nr=EDR141633

CIL 6.2349

http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?do=book&id_nr=EDR141118

CIL 6.4433

http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?do=book&id_nr=EDR119314

CIL 6.4435

http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?do=book&id_nr=EDR118924

Informazioni sull'autore

Marta Maria Perilli - 0000-0001-6883-7286
Università degli studi di Firenze

Informazioni

Cita come: Marta Maria Perilli, Biblioteca del Portico di Ottavia_Scheda Letteraria, anno 2023, DOI 10.35948/DILEF/Dalib/12 contenuto in Valeria Piano, Barbara del Giovane (a cura di), DaLiB. Dal Libro alla biblioteca, DILEF Unifi 2023.

Ricevuto il: 06/07/2023

Pubblicato online il: 28/09/2023

DOI: 10.35948/DILEF/Dalib/12

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