Fa parte di Biblioteche pubbliche/Biblioteche pubbliche di Roma
Costanza Bordoni - Pubblicato online il 28/09/2023 - DOI: 10.35948/DILEF/Dalib/13
Collocazione: la biblioteca si trovava all’interno del recinto del portico di Ottavia, edificato nella zona del Circo Flaminio, in prossimità del teatro di Marcello. Il portico andava a ricostruire il precedente portico di Metello e i templi in esso racchiusi. Del grande quadriportico (immagine 1) oggi rimane solo l’angolo sud-orientale e il grande propileo di accesso posto sul lato corto meridionale verso il Circo Flaminio. Oltre ai templi di Giove Statore e di Giunone Regina, il portico doveva accogliere al suo interno la curia Octaviae, la schola e la bibliotecha. Data la scarsità dei dati archeologici, concentrati principalmente nella zona frontale del complesso, la localizzazione di questi edifici rimane ipotetica. La Pianta Marmorea Severiana (FUR, fr. 31) può fornire un parziale aiuto nella ricostruzione della planimetria generale del complesso. Qui, alle spalle dei due templi è visibile un edificio absidato, diviso al centro dalla scritta che identifica il tempio di Giunone Regina (immagine 2). A lungo tale struttura è stata identificata con la curia Octaviae citata dalle fonti antiche[1] (cf. Plin. nat. 35, 114; Plin. nat. 36, 22; Plin. nat. 36, 28-29; D.C. 55, 8, 1); tuttavia, la notizia relativa ai lavori eseguiti nel 1725 per la vicina Sacrestia di S. Maria in Campitelli, in cui si accenna al ritrovamento dei resti di un canale in marmo, induce a pensare che le strutture limitrofe fossero relative a una struttura a cielo aperto piuttosto che a un edificio coperto come doveva essere la curia[2]. Il posizionamento della curia andrebbe quindi spostato nella grande aula collocata nella direttrice centrale del portico tra i due templi. Delle quattro aule che la fiancheggiavano, le due ad essa più vicina potevano essere le stanze adibite alle biblioteche[3].
Storia degli scavi: inserito tra i monumenti oggetto di restauro e valorizzazione durante l’amministrazione napoleonica, il portico non subì interventi fino al pontificato di papa Pio IX, quando vennero iniziati i primi interventi strutturali e architettonici. Gli scavi, svolti in connessione con i lavori alla chiesa di S. Angelo (1864-1873) sotto la direzione di A. Betocchi e mons. Pellegrini, si concentrarono su alcune costruzioni limitrofe e procedettero con lo scavo parziale del propileo; lo scavo fu poi portato avanti nel 1878 da R. Lanciani e all’inizio del Novecento si è arrivati al completo isolamento del portico d’accesso. Operazioni di scavo e restauro si sono susseguite nel corso del Novecento e negli anni Duemila. Tra queste possono essere segnalati gli scavi effettuati durante i lavori di isolamento del teatro di Marcello (1926-32), quando è stato portato alla luce il braccio sud-orientale del portico (con l’ingresso monumentale limitrofo al teatro stesso), e i lavori svolti negli anni 1996-1997 e 2000-2002 seguiti sul campo da L. Casadei e S. De Fabrizio, sotto la direzione scientifica di P. Ciancio Rossetto. Gli scavi hanno permesso di individuare almeno quattro fasi di vita: una riferibile al portico di Metello, la fase augustea, una ricostruzione severiana e un utilizzo medievale del complesso[4].
Pianta: Le biblioteche dovevano trovarsi nell’area settentrionale del complesso, sui lati della ipotetica curia Octavia da cui erano separate da un corridoio colonnato (immagine 1).
La presenza di due sezioni è attestata dal rinvenimento di iscrizioni ad esse riferibili (CIL 6.2347; CIL 6.2348; CIL 6.2349, CIL 6.4433, CIL 6.4435).
Apparato decorativo: è parzialmente noto da Plinio il Vecchio che, tuttavia, parla spesso dell’intero complesso (opera Octaviae) piuttosto che delle singole componenti (schola, curia o bibliotheca) non permettendo così un’assegnazione certa delle opere ai singoli vani.
Numerose sono le opere ricordate da Plinio (cf. Plin. nat. 35, 114; Plin. nat. 35, 139). Tra queste si trovavano nella curia una statua di Eros con fulmine (identificato anche come Alcibiade) e un gruppo di quattro satiri che portano Liber, Libera e due fanciulli; nella schola un Eros di Prassitele (cf. Plin. nat. 36, 22); nella più generica opera Octaviae una Venere di Fidia (cf. Plin. nat.; 36, 28-29) e una statua di Cornelia, madre dei Gracchi[5] (cf. Plin. nat. 34, 31).
Arco cronologico: possibile pensare che la vita della bibliotheca Octaviae sia strettamente legata a quella del suo complesso. Questo, ricostruito da Augusto tra il 27 e il 23 a.C., venne dedicato alla sorella di Augusto Ottavia che, in onore del figlio Marcello, tra il 23 e l’11 a.C., fece costruire la biblioteca (cf. Svet. Aug. 29, 4; D.C. 49, 43, 8; Ov. ars. 1, 69-70; Fest. Verb. 178, 34-36; Plut. Marc. 30, 6 = 30, 11 Ziegler; Liv. perioch. 140). Colpita dal grande incendio dell’80 d.C., l’area venne totalmente ricostruita da Domiziano (cf. Svet. Dom. 20, 1). Un secondo incendio colpì il portico nel 191, venendo così restaurato da Settimio Severo e Caracalla nel 203, come testimoniato dall’iscrizione di dedica posta sull’architrave della facciata di ingresso al portico (CIL 6.1034). È a questa ricostruzione che appartiene la maggior parte dei resti attualmente visibili.
Bibliografia di riferimento: Coarelli 1965-1967, p. 58; Olinder 1974, pp. 99-100; Richardson 1976, p. 73; Makowiecka 1978, pp. 37-38; Dix 1986, pp. 208-210; Cavallo 1988, p. 50; Casson 2001, pp. 80-108; Dix–Houston 2006, pp. 685-688; Palombi 2014, pp. 101-105; LTUR 4, pp. 141-145, s.v. Porticus Octaviae (A. Viscogliosi).
Coarelli 1997, pp. 535-537; Carandini 2012, p. 510. ↑
Ciancio-Rossetto 2018, p. 46. ↑
Ciancio-Rossetto 2018, pp. 46-47. ↑
Ciancio-Rossetto 2009; Ciancio-Rossetto – Borgia – De Fabrizio 2014. ↑
Durante gli scavi di Lanciani emerse una base di una statua in bronzo dedicata a Cornelia, madre dei Gracchi, ora conservata nel Tabularium ai Musei Capitolini. ↑
Bibliografia Portico di Ottavia
Casson, L. (2001), Libraries in the Ancient World, New Haven.
Cavallo, G. (1988), Le biblioteche del mondo antico e medievale, Roma-Bari.
Ciancio-Rossetto, P. (2018), Porticus Octaviae: fase augustea, in Atlente tematico di topografia antico, Atta 28 (2018), pp. 25-52.
Ciancio-Rossetto, P. (2009), Portico d’Ottavia: scavi, restauri, valorizzazioni, in Arch.it.arch. Dialoghi di archeologia e architettura. Seminari 2005-2006, Roma, pp. 62-77.
Ciancio-Rossetto, P. – Borgia, E. – De Fabrizio, S. (2014), Portico d’Ottavia. Indagini archeologiche negli ambienti sotterranei dell’ex convento di S. Ambrogio della Massima (2000), «BCAR» 115, pp. 305-322.
Coarelli, F. (1965-1967), Il tempio di Bellona, «BCAR», 80, pp. 37-72.
Coarelli, F. (1997), Il Campo Marzio: dalle origini alla fine della Repubblica, Roma 1997
Carandini, A. (eds.) (2012), Atlante di Roma Antica I, Milano.
Dix, T.K. (1986), Private and Public Libraries at Rome in the First Century B.C. A Preliminary Study in the History of Roman Libraries, PhD. Diss., Univ. Of Michigan.
Dix, T.K. – Houston, G.W. (2006), Public Libraries in the City of Rome. From the Augustan Age to the Time of Diocletian, in «MEFRA» 118.2, pp. 671-717.
Makowiecka, E. (1978), The origin and evolution of architectural form of Roman librry, Warsaw.
Olinder, B. (1974), Porticus Octavia in Circo Flaminio. Topographical Studies in the Campus Region of Rome, Lund.
Palombi, D. (2014), Le biblioteche pubbliche a Roma: luoghi, libri, fruitori, pratiche, in Meneghini, R. – Rea, R. (eds.), La biblioteca infinita. I luoghi del sapere nel mondo antico, Milano, pp. 98-118.
Richardson-Jr., L. (1976), The Evolution of the Porticus Ocatviae, «AJA», 80.1, pp. 57-64.
Fonti | ||
Ov. ars 1, 69-70 |
aut ubi muneribus nati sua munera mater / addidit, externo marmore dives opus… |
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Plin. nat. 34, 31 |
sicuti Corneliae Gracchorum matri, quae fuit Africani prioris filia. sedens huic posita soleisque sine ammento insignis in Metelli publica porticu, quae statua nunc est in Octaviae operibus |
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Plin. nat. 35, 114 |
namque et Hesionam nobile m pinxit et Alexandrum ac Philippum cum Minerva, qui sunt in schola in Octaviae porticibus |
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Plin. nat. 35, 139 |
Androbius pinxit Scyllum ancoras praecidentem Persicae classis, Artemon Danaen mirantibus eam praedonibus, reginam Stratonicen, Herculem et Deianiram, nobilissimas autem, quae sunt in Octaviae operibus, Herculem ab Oeta monte Doridos exusta mortalitate consensu deorum in caelum euntem, Laomedontis circa Herculem et Neptunum historiam |
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Plin. nat. 36, 22 |
eiusdem [sc. Praxitelis] est et Cupido, obiectus a Cicerone Verri "ille, propter quem Thespiae visebantur," nunc in Octaviae scholis positus. |
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https://latin.packhum.org/loc/978/1/2597/1957-1961,2041-2047@1#2597 |
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Plin. nat. 36, 28-29 |
similiter in curia Octaviae quaeritur de Cupidine fulmen tenente; id demum adfirmatur, Alcibiaden esse, principem forma in ea aetate. multa in eadem schola sine auctoribus placent: Satyri quattuor, ex quibus unus Liberum patrem palla velatum umeris praefert, alter Liberam similiter, tertius ploratum infantis cohibet, quartus cratere alterius sitim sedat, duaeque Aurae velificantes sua veste. |
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https://latin.packhum.org/loc/978/1/2599/629-634,635-641@1#2599 |
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Plut. Marc. 30, 6 = 30, 11 Ziegle] |
εἰς δὲ τιμὴν αὐτοῦ [sc. Μαρκέλλου] καὶ μνήμην Ὀκταβία μὲν ἡ μήτηρ τήν βιβλιοθήκην ἀνέθηκε, Καῖσαρ δὲ θέατρον ἐπιγράψας Μαρκέλλου. |
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Svet. Aug. 29, 4 |
quaedam etiam opera sub nomine alieno, nepotum scilicet et uxoris sororisque fecit [sc. Augustus], ut porticum basilicamque Gai et Luci, item porticus Liviae et Octaviae theatrumque Marcelli. |
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Svet. Dom. 20, 1 |
liberalia studia imperii initio neglexit, quamquam bibliothecas incendio absumptas impensissime reparare curasset, exemplaribus undique petitis, missisque Alexandream qui describerent emendarentque. |
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Fest., p. 188, 17-19 Lindsay |
Octaviae porticus duae appellantur, quarum alteram, theatro Marcelli propiorem, Octavia soror Augusti fecit. |
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D.C. 49, 43, 8 |
ἐπειδή τε οἱ Δελμάται παντελῶς ἐκεχείρωντο, τάς τε στοὰς ἀπὸ τῶν λαφύρων αὐτῶν καὶ τὰς ἀποθήκας τῶν βιβλίων τὰς Ὀκταουιανὰς ἐπὶ τῆς ἀδελφῆς αὐτοῦ κληθείσας κατεσκεύασεν [sc. ὁ Καῖσαρ]. |
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Liv. perioch. 140 |
Octavia soror Augusti defuncta, ante amisso filio Marcello cuius monimenta sunt theatrum et porticus nomine eius dicata. |
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Testi di confronto | ||
D.C. 55, 8, 1 |
Τιβέριος δὲ ἐν τῇ νουμηνίᾳ ἐν ᾗ ὑπατεύειν μετὰ Γναίου Πίσωνος ἤρξατο ἔς τε τὸ Ὀκταουίειον τὴν βουλὴν ἤθροισε διὰ τὸ ἔξω τοῦ πωμηρίου. |
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Testimoni epigrafici | ||
CIL 6.1034 |
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CIL 6.2347 |
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http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?do=book&id_nr=EDR119317 |
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CIL 6.2348 |
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http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?do=book&id_nr=EDR141633 |
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CIL 6.2349 |
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http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?do=book&id_nr=EDR141118 |
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CIL 6.4433 |
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http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?do=book&id_nr=EDR119314 |
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CIL 6.4435 |
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http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?do=book&id_nr=EDR118924 |
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FUR, fr. 31 |
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Costanza Bordoni -
Università degli studi di Firenze
Cita come: Costanza Bordoni, Biblioteca del Portico di Ottavia_Scheda Archeologica, anno 2023, DOI 10.35948/DILEF/Dalib/13 contenuto in Valeria Piano, Barbara del Giovane (a cura di), DaLiB. Dal Libro alla biblioteca, DILEF Unifi 2023.
Ricevuto il: 06/07/2023
Pubblicato online il: 28/09/2023
DOI: 10.35948/DILEF/Dalib/13
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