Stampa

Biblioteca del Portico di Ottavia

Fa parte di Biblioteche pubbliche/Biblioteche pubbliche di Roma

Fondatore: Augusto o Ottavia ?

Data di fondazione: post 23, ante 11 a.C.

Scheda letteraria

a cura di Marta Maria Perilli
DOI 10.35948/DILEF/Dalib/12

La terza biblioteca pubblica di Roma venne edificata tra il 23 e l’11 a.C. presso il Portico di Ottavia (ricostruzione ottavianea dell’antico Portico di Metello). È oggetto di discussione se il fondatore sia stato Augusto o Ottavia: l’ipotesi più plausibile è che Augusto avesse finanziato il progetto e che Ottavia lo abbia portato a conclusione, dedicandolo alla memoria del figlio Marcello. C. Melisso, liberto di Augusto, fu incaricato dell’allestimento della collezione libraria. Presentava una sezione greca e una latina, a cui erano preposte due distinte categorie di addetti. Colpita dall’incendio dell’80 d.C., fu ricostruita sotto Domiziano. Dopo un altro incendio, il Portico di Ottavia fu oggetto di un ulteriore restauro nel 203 d.C. da parte di Settimio Severo e Caracalla. 

Vai alla scheda

Scheda archeologica

a cura di Costanza Bordoni
DOI 10.35948/DILEF/Dalib/13

La biblioteca era collocata all’interno del recinto del portico di Ottavia, forse alle spalle dei templi di Giove Statore e Giunone Regina. 

Gli scavi del complesso, iniziati nella seconda metà dell’Ottocento e proseguiti a fasi alterne fino ai primi anni Duemila, non hanno individuato strutture pertinenti alla biblioteca, la cui planimetria risulta pertanto non ricostruibile. 

È Plinio il Vecchio a fornire alcune descrizioni delle opere inserite all’interno del complesso. 

La vita della biblioteca si lega probabilmente a quella del Portico, costruito da Augusto tra 27 e 23 a.C., dedicato alla sorella Ottavia che, a sua volta, fece costruire (tra 23 e 11 a.C.) la biblioteca in onore del figlio Marcello. Distrutto da un incendio nell’80 e da uno nel 191, il Portico venne ricostruito da Settimio Severo e Caracalla nel 203. 

Vai alla scheda

Progetto finanziato da:

Questo sito è stato realizzato ed è ospitato dal Laboratorio di Informatica Umanistica del DILEF – Università degli studi di Firenze