Fa parte di Biblioteche private/Altre biblioteche private di area occidentale
Proprietari: Lucio Calpurnio Pisone Cesonino e il figlio Lucio Calpurnio Pisone Cesonino Pontefice (?).
Periodo di attività: dal I sec. a.C. (forse dal 50-25 a.C.) al 79 d.C.
La straordinarietà della "Villa dei Papiri" è che vi è stata rinvenuta una biblioteca, formata soprattutto da testi epicurei in lingua greca; le opere più rappresentate sono quelle del filosofo-poeta Filodemo di Gadara, i cui patroni erano i Calpurnii Pisones probabili proprietari della villa. Sono stati ritrovati anche opere di filosofia stoica e importanti testi in lingua latina.
AVVERTENZA: Nella sezione "Autori e opere" (si precisa che non vi figurano, per ragioni di spazio e di opportunità, i papiri anonimi di opere dal contenuto ignoto) gli autori sono elencati per ordine alfabetico, con gli anonimi in fondo. Le opere di uno stesso autore sono elencate secondo una classificazione tematica (e, all'interno di ogni gruppo, ancora secondo l'ordine alfabetico): dapprima le opere poetiche, divise per genere letterario; poi le opere in prosa, a partire da quelle filosofiche; i testi di argomento incerto sono collocati alla fine. A proposito delle opere filosofiche, che nella biblioteca della "Villa dei Papiri" sono la maggioranza, anch'esse sono divise per temi: opere di fisica e teologia; opere di logica; opere di etica; opere di retorica, poetica e musica; opere biografiche e dossografiche; opere di matematica e geometria; infine, opere filosofiche di altro argomento e di argomento incerti. Va sottolineato che in molti casi le assegnazioni per gruppo tematico non sono affatto sicure e, essendo avvenute sulla base dei frammenti noti, possono non rispecchiare l'argomento prevalente originario dell'opera; si è preferito, comunque, per una migliore fruizione del portale, procedere con tali assegnazioni e considerare di argomento incerto solo le opere di cui al momento non si è grado di stabilire nulla riguardo al loro contenuto.
a cura di Francesco Cannizzaro
DOI 10.35948/DILEF/Dalib/16
La biblioteca della
cosiddetta “Villa dei Papiri”, celebre per i suoi ritrovamenti papiracei in situ, è una biblioteca privata che si
trova a Ercolano. Essa si costituisce nel I sec. a.C., pur contenendo anche papiri
assai più antichi, e con ogni probabilità continua a essere in uso fino all’eruzione
del Vesuvio nel 79 d.C. Verosimilmente, primi proprietari della villa (costruita
tra il 50 e il 25 a.C., secondo la critica più recente) sono Lucio Calpurnio
Pisone Cesonino e il figlio Lucio Calpurnio Pisone Cesonino Pontefice. La
biblioteca, la cui consistenza varia tra i 650 e i 1100 rotoli di papiro a
seconda delle stime degli studiosi, è per la maggior parte quella del
filosofo-poeta Filodemo di Gadara: contiene soprattutto opere filosofiche
epicuree in lingua greca, ma non mancano trattati di autori stoici;
significativo è il pur esiguo corpus
di opere in lingua latina, che sembra testimoniare un interesse storico e
giuridico legato all’attualità politica.
Titolo greco: Περὶ ποιημάτων.
Libro I. P.Herc. 188 (150-50 a.C.); DCLP.
Libro II. P.Herc. 1014 (150-50 a.C.); DCLP.
Frammenti incerti. P.Herc. 230 e 1113, confuso con P.Herc. 1818 (II sec. a.C. – I sec. d.C.); DCLP [1], [2], [3]. Per ciascuno dei due papiri sono state proposte svariate attribuzioni alternative (per P.Herc. 1113, in particolare, un’opera di Filodemo o un libro di Epicurus, De natura).
Titolo greco: Πρὸς τὰς Πολυαίνου ἀπορίας.
Libro I. P.Herc. 1258 e 1822 (I sec. a.C.), un tempo confuso con P.Herc. 1696; DCLP [1], [2], [3].
Libro V (?). P.Herc. 1429 (II sec. a.C.); DCLP. È stato messo in dubbio che si tratti effettivamente del libro V, data la scarsa leggibilità del presunto numerale, e si è pertanto pensato che l’opera di Demetrio Lacone possa essere in un solo libro.
Frammenti incerti. P.Herc. 1083, 1642, 1647 (II sec. a.C.); DCLP [1], [2], [3].
Titolo
greco: Περὶ φύσεως. Principale opera di Epicuro, in 37 libri. Per l'attribuzione del frammenti ai singoli libri ci si è basati su Leone 2023, cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
Libro II. Una copia in P.Herc. 993/1149 (250-150 a.C.); DCLP. Altra copia in P.Herc. 1010 (II-I sec. a.C.), 1691 (frammenti 3 e 4) e 1783 (cornici 1 e 2); DCLP.
Libro III (?). P.Herc. 335 (III o II sec. a.C.), cui probabilmente appartiene anche P.Herc. 1811; DCLP.
Libro IX (?). P.Herc. 560 (II sec. a.C.).
Libro X (?). Noto come De tempore (Περὶ χρόνου). P.Herc. 1413 (III sec. a.C.) e 1416 (cornice 5); DCLP.
Libro XI. Una copia in P.Herc. 154 (II-I sec. a.C.); DCLP. Altra copia in P.Herc. 1042 (II-I sec. a.C.); DCLP.
Libro XIV. P.Herc. 1148 (II-I sec. a.C.); DCLP.
Libro XV. P.Herc. 1151 (II-I sec. a.C.); DCLP.
Libro XXI. P.Herc. 362 (50 a.C. – 50 d.C.); DCLP.
Libro XXV. Una copia è in P.Herc. 1191 (III-II sec. a.C.); DCLP. Altra copia è in P.Herc. 1420/1056 (II sec. a.C.), cui va aggiunto P.Herc. 454. Una terza copia è in P.Herc. 697 (II-I sec. a.C.), insieme a P.Herc. 419, 459 (?) e 1634; DCLP.
Libro XXVIII. P.Herc. 1479/1417 (250-150 a.C.); DCLP.
Libro XXXIV. P.Herc. 1431 (250-150 a.C.); DCLP. Tracce del libro XXXIV (e XXXII) si trovano anche in P.Herc. 998 (datazione incerta); DCLP.
Libri incerti. P.Herc. 989 (225-150 a.C.); DCLP. P.Herc. 990 (III-II sec. a.C.), forse riconducibile a uno dei primi dieci libri dell’opera. P.Herc. 1385 (III-II sec. a.C.); DCLP.
Frammenti incerti. P.Herc. 908/1390 sulla procreazione (II sec. a.C.); secondo la critica più recente, tuttavia, il papiro è attribuito a Demetrio Lacone (cf. Demetrius Lacon, Opus incertum de procreatione); DCLP. Si vedano altresì P.Herc. 1037 (II sec. a.C.), 1039 (II sec. a.C.), 1199 (50 a.C. – 25 d.C.), 1408/1489/1839/ (II sec. a.C. – I sec. d.C.), 1639 (II sec. a.C. – I sec. d.C.); 1818 (ma su questo papiro, confuso con P.Herc. 1113, cf. Demetrius Laco, De poematis), 1824 (per un’altra ipotesi di attribuzione, cf. Metrodorus, Adversus dialecticos). DCLP [1], [2], [3], [4], [5], [6]. Ormai smentita è l’attribuzione al De natura di 1398 (50 a.C. – 50 d.C.); DCLP.
Titolo alternativo: Adversus sophistas. Titolo greco: Πρὸς τοὺς διαλεκτικούς / σοφιστάς. Appartenenti a quest'opera sono P.Herc. 255, 418, 1084, 1091, 1112 (seconda metà III sec. a.C.); DCLP. Recentemente è stato proposto da alcuni studiosi di ascrivere alla stessa opera i coevi P.Herc. 439, 456, 1108 (da altri attribuito a Philodemus, De dis), 1645 (da altri attribuito a Philodemus, De aviditate), 1788 (da altri attribuito a Philodemus, De pietate o Syntaxis philosophorum) e 1824 (da altri attribuito a Epicurus, De natura); DCLP [1], [2], [3], [4]. Infine, sono stati ipoteticamente messi in relazione all'opera di Metrodoro anche P.Herc. 390, 1103, 1110, 1607; DCLP [1], [2].
Titolo greco: Περὶ τῆς … τῶν θεῶν διαγωγῆς. Da alcuni studiosi considerato il libro III del De dis. P.Herc.
152/157 (I sec. a.C.) e cf., secondo alcuni studiosi, P.Herc. 177 (I sec. a.C.); DCLP. Cf. anche P.Herc.
1076; DCLP. Riconducibili all'opera sono anche 1419 (cornice 1, frammento 4)
e 1691 (frammenti 5 e 6): in questo caso, non si riportano di seguito i link su DCLP perché riferiti ad altri frammenti dei papiri in questione.
Titolo greco: Περὶ εὐσεβείας. Forse in due libri. P. Herc. 229, 242, 243, 247 (= P.Herc. 1815, in parte), 248, 433, 437, 452, 1077, 1088, 1093, 1098, 1114 (= P.Herc. 1788, frammento 9), 1428 (il papiro più significativo, che contiene il titolo dell’opera), 1602, 1609, 1610, 1648, 1788 (cf. anche Metrodorus, Adversus dialecticos). Questi papiri, forse appartenenti a due soli rotoli, sono databili al I sec. a.C.; DCLP [1], [2], [3]. Cf. anche, secondo alcuni recenti studi, P.Herc. 1111 (II sec. a.C. – I sec. d.C.); DCLP. Forse frammenti di P.Herc. 440 e 1672, che contengono altre opere (rispettivamente, Carneiscus, Philistas e Philodemus, De rhetorica, libro II, cui si rimanda anche per i link), sono ascrivibili sempre al De pietate.
Titolo greco: Πρὸς τοὺς φασκοβυβλιακούς (o φαυλοβυβλιακούς). Ιl titolo in questo caso è particolarmente controverso (titoli alternativi con cui è nota l’opera: Ad contubernales / Adversus sapientes ex libris). Opera in cinque libri.
titolo
greco: Περὶ πλούτου.
Titolo greco: Περὶ μανίας. P.Herc. 353 (I sec. a.C.); DCLP. Secondo alcuni studiosi, l'opera è da ricondurre a un perduto Περὶ παθῶν (cf. Philodemus, De ira). Tradizionalmente del De insania è considerato parte anche P.Herc. 57 (I sec. a.C.), ma quest’attribuzione è stata recentemente messa in dubbio: anzi, P.Herc. 57, potrebbe appartenere allo stesso rotolo di P.Herc. 97 (cf. Philodemus, De divitiis) e 1814. DCLP [1], [2].
Titolo greco: Περὶ κακιῶν καὶ τῶν ἀντικειμένων ἀρετῶν. Opera di argomento etico in almeno 10 libri. Del titolo sono attestate nei papiri versioni più “sintetiche” (ad esempio, solo De vitiis) o versioni più “espanse” (De vitiis et virtutibus oppositis et de eorum subiectis et obiectis). Per la problematica sistemazione dei frammenti e il loro ordinamento, ci si è basati soprattutto su Capasso 2001. Quest'opera è di fondamentale importanza perché almeno alcuni suoi libri (cf. P.Herc. 253, P.Herc. 1082 e, in modo più chiaro, P.Herc.Paris. 2) sono dedicati a Virgilio, Vario, Tucca e Quintilio Varo.
De adulatione (libro I). Titolo greco: Περὶ κολακείας. P.Herc. 222 (I sec. d.C.); DCLP.
De adulatione (libro II) (?). Titolo greco: Περὶ τῶν κολακείᾳ ὁμοειδῶν (?). P.Herc. 1457 (I sec. d.C.); DCLP.
De oeconomia (libro IX). Titolo greco: Περὶ οἰκονομίας. P.Herc. 1424 (I sec. d.C.); DCLP.
De superbia (libro X). Titolo greco: Περὶ ὑπερηφανίας (contiene ampie sezioni dell’opera etica di Aristone di Ceo o, secondo altri, Aristone di Chio). P.Herc. 1008 (I sec. d.C.); DCLP.
Altri frammenti sull’adulazione. P.Herc. 223, 246, 1082, 1089, 1092, 1643, 1675 (I sec. d.C.); DCLP.
Frammento sulla calunnia. Titolo greco: Περὶ διαβολῆς (?). P.Herc. Paris 2 = P.Herc. 1837 (I sec. d.C.); DCLP.
Frammenti sull’avidità. Titolo greco: Περὶ φιλαργυρίας (?). P.Herc. 253, 415, 465, 896, 1077 (frammenti 8, 9, 10, 12), 1090, 1613 (I sec. d.C.); DCLP [1], [2].
Frammento sulla tracotanza. Titolo greco: Περὶ ὕβρεως (?). Secondo alcuni studiosi, l'opera è, invece, da ricondurre a un perduto περὶ παθῶν insieme a Philodemus, De ira. P.Herc. 1017 (I sec. a.C.); DCLP.
Frammenti incerti. P.Herc. 140 (I sec. a.C.) e 1491 (cornice 4, frammento 8, I sec. a.C. – I sec. d.C.), con possibile attestazione del titolo dell’opera; DCLP [1], [2]. Altri frammenti particolarmente dubbi (P.Herc. 237, 479, 1645, per il quale cf. Metrodorus, Adversus dialecticos) o più probabilmente attribuiti ad altre opere (P.Herc. 245, per il quale cf. Philodemus, De Rhetorica) non sono stati inclusi in questa lista.
Titolo
greco: Περὶ ποιημάτων. Trattato in cinque libri sul ruolo e il valore della poesia. La divisione in
libri è particolarmente discussa: la ricostruzione proposta si basa sugli studi di Richard Janko e su Longo Auricchio et al. 2020.
Libro
I. P.Herc. 444,
460, 466, 1073, 1074a, 1081a (I sec. a.C.); DCLP.
Libro II. Secondo un’altra ipotesi, si tratta non del libro II bensì della continuazione del libro I. P.Herc. 994, 1074b, 1081b, 1419, 1676 (I sec. a.C.); cf. forse parte di 1677 (I sec. d.C.); DCLP.
Libro III. P.Herc. 1087, 1403 (I sec. a.C.); DCLP.
Libro IV. P.Herc. 207 (I sec. a.C.); DCLP.
Libro V. P.Herc. 228, 403, 407, 1425, 1581 (I sec. a.C.); DCLP. "Bella copia” in P.Herc. 1538 (I sec. a.C.), uno dei due tomi in cui il libro V è stato diviso; DCLP.
Frammenti incerti. P.Herc. 1275 (seconda metà I sec. a.C.): è in dubbio l’attribuzione stessa al De poematis; DCLP. Cf. anche P.Herc. 1736 (II sec. a.C. – I sec. d.C.); DCLP.
Titolo greco: Περὶ ῥητορικῆς. Trattato sulla retorica in almeno otto libri. Per l'attribuzione dei frammenti ai singoli libri ci si è basati su Del Mastro – Nicolardi 2021/2022.
Libro I. P.Herc. 234, 250, 398, 452 olim 463, 1427, 1601, 1612, 1619 (I sec. a.C.). Probabilmente sono riconducibili al libro I anche P.Herc. 247 (due frammenti), 458, 1115 (solo pezzo 2) e 1813 (pezzi 15 e 7, corrispondente a P.Herc. 1606). Si vedano, inoltre, P.Herc. 232 e 426: è dubbia la loro attribuzione al libro I o al libro IV, ma la prima ipotesi è prevalente negli studi più recenti; per P.Herc. 410 e 453, in passato ricondotti al libro I, cf. ora il libro VI. DCLP [1], [2], [3], [4].
Libro II. P.Herc. 425, 1079, 1086, 1580, 1674 (I sec. a.C.); DCLP. Altra copia in P.Herc. 408, 409, 434, 435, 1117, 1573, 1574, 1672 (I sec. a.C.); DCLP. A quest'ultima copia sono forse riconducibili anche P.Herc. 449 e 1608; DCLP [1], [2].
Libro III. Versione provvisoria in P.Herc. 1506 (I sec. a.C.); DCLP. Stesura definitiva in P.Herc. 240, 421, 455, 467, 468, 1095, 1096, 1099, 1101, 1426, 1633, 1646, 1813, pezzo 2 olim 468, cui si aggiungano anche P.Herc. 469 e 473 (I sec. a.C.); DCLP [1], [2], [3]. Con maggiore incertezza sono attribuibili alla seconda copia del libro III P.Herc. 431, 436 e 462.
Libro IV. P.Herc. 224, 241, 244, 249, 254, 418 (solo frammento 1), 1007/1673, 1077 (frammenti 1, 2, 4, 5, 6, 7), 1104 olim 1114, 1118, 1491 (frammenti 9 e 12), 1677 (in parte; I sec. a.C.); DCLP [1], [2]. Per P.Herc. 391 era stata proposta l'inclusione in questo rotolo, ma questa attribuzione è stata recentemente messa in discussione. Bella copia del libro IV in P.Herc. 221, 245 (= P.Herc. 1815, in parte; cf. Philodemus, De pietate), 463 olim 462, 1423 (seconda metà I sec. a.C.), uno dei due tomi in cui il libro IV era stato diviso; DCLP.
Libro VI. Da alcuni considerato il libro X. P.Herc. 220, 410, 453, 470, 1078/1080, 1605, 1669, 1670 (solo in parte; cf. Philodemus, De providentia), 1692, 1693 (I sec. d.C.); DCLP [1], [2], [3], [4], [5].
Libro VII. Da alcuni considerato il libro IX o un libro incerto. P.Herc. 1004 (I sec. a.C.); DCLP.
Libro VIII. Precedentemente considerato il libro V. P.Herc. 832/1015 (I sec. a.C.), cui si può aggiungere P.Herc. 238b; DCLP [1], [2].
Frammenti incerti. P.Herc. 1119, 1641 (I sec. a.C.); DCLP [1], [2]. P.Herc. 1636, tradizionalmente considerato un frammento del De rhetorica, da poco è stato persuasivamente incluso tra i frammenti del De providentia (cf. Philodemus, De providentia); DCLP. Infine, particolarmente dubbia è l'inclusione tra i frammenti filodemei di P.Herc. 380 (fine I sec. a.C.), attribuito con maggiore verosimiglianza a Metrodoro di Lampsaco, e P.Herc. 1001 (I sec. a.C.), più probabilmente contenente un’opera di Demetrio Lacone; DCLP [1], [2]. A Demetrio Lacone è invece ascrivibile P.Herc. 1064, precedentemente considerato un frammento del De rhetorica (cf. Demetrius Laco, De geometria, per dettagli e link).
Titolo
greco: Περὶ τῶν Ἐπικουρείων καὶ τινων ἄλλων πραγματεῖαι μνημ̣άτων (o, più brevemente, Πραγματεῖαι). Anche
noto come De diatribis o Tractatus. P.Herc. 1418 (I sec. a.C. ante 29 a.C.); DCLP. Altra copia in P.Herc.
310 (I sec. d.C.). Forse riconducibili a quest’opera sono P.Herc. 118a (anche
attribuito al De Epicuro), 239a, 1787; DCLP [1], [2]. Cf. anche P.Herc. 474.
Titolo
greco: Σύνταξις τῶν φιλοσόφων. Trattato sulla storia e le biografie dei filosofi, forse in 10 libri.
Academicorum index (o Academicorum historia). Titolo greco: Περὶ τῶν ἀπὸ Πλάτωνος κτλ. P.Herc. 1021 (prima metà I sec. a.C.) e P.Herc. 1691 (frammento 2); DCLP. Stesura definitiva in P.Herc. 164 (seconda metà I sec. a.C.); DCLP.
Stoicorum index (o Stoicorum historia). Titolo greco: Περὶ τῶν ἀπὸ Ζήνωνος Στωικῶν κτλ. P.Herc. 1018 (50 a.C. – 25 d.C.); DCLP.
De Socratis secta. Titolo greco: Περὶ τῆς Σωκράτους αἱρήσεως. P.Herc. 495 (I sec. a.C.); DCLP. Altra copia in P.Herc. 558 (I sec. a.C.); DCLP.
Altri frammenti. P.Herc. 327 (II-I sec. a.C.), sulla scuola eleatica
e abderita; DCLP. P.Herc. 1508 (II-I sec. a.C.), sui pitagorici; DCLP. P.Herc. 1780 (II
sec. a.C. – I sec. d.C.), forse parte di un Epicureorum
index, al quale si riteneva appartenesse anche P.Herc. 1746 (oggi
attribuito a Philodemus (?), Vita Philonidis); DCLP. Cf. infine P.Herc. 1788 (ma si veda anche Philodemus, De pietate, e Metrodorus, Adversus dialecticos).
L’attribuzione
a Filodemo è congetturale. Il papiro potrebbe essere riconducibile a un’opera sulle
sensazioni o a Philodemus (?), “Ethica
Comparetti”. P.Herc. 356 (I sec. a.C.
– I sec. d.C.).
Opera probabilmente di argomento logico. P.Herc. 37 (I sec. a.C.).
Il contenuto è indecifrabile, ma dalla subscriptio sembra si tratti del libro VIII di un’opera letteraria. P.Herc. 863 (I sec. a.C. – I sec. d.C.).
Il tentativo di leggere nel papiro frammenti della commedia Obolostates sive Faenerator di Cecilio Stazio non è stato unanimemente accolto dalla comunità scientifica; recentemente, anzi, è stato proposto che si tratti di un testo in prosa di argomento politico-militare. P.Herc. 78 (I sec. a.C. – inizio I sec. d.C.); DCLP.
L’idea che nei papiri in questione siano da identificare in questi papiri frammenti del De rerum natura non è più considerata verosimile da molti studiosi ed è stato cautamente proposto che possa trattarsi del Thyestes di Vario. P.Herc. 395, 1829, 1830, 1831 (seconda metà I sec. a.C.); DCLP. Infine, in connessione a Lucrezio è stato visto da parte della critica anche P.Herc. 412 (I sec. a.C. – I sec. d.C.), di cui rimangono tracce di pochissime parole; DCLP.
Frammento di un poema in esametri tradizionalmente attribuito a Rabirio o Vario, ma secondo studi recenti di età più tarda (giulio-claudia o addirittura vespasianea). P.Herc. 817 (post 30 a.C., probabilmente I sec. d.C.) = CLA 385; è stato proposto che contengano frammenti del carmen anche P.Herc. 397 (verosimilmente, ormai perduto) e 399 (scorza in frantumi), ma la cautela è d’obbligo; DCLP.
"Villa dei Papiri": mappa redatta dall'ingegnere militare Karl Weber durante i primi scavi nel XVIII secolo e ridisegnata da Comparetti e De Petra nel 1883 (da Zarmakoupi 2010, pl. 1, fig. 1)
Luoghi di ritrovamento dei papiri all'interno della villa (da Zarmakoupi 2010, pl. 13, fig. 26)
"Villa dei Papiri": ricostruzione virtuale (da Zarmakoupi 2010, pl. 69, fig. 4)