• Original paper
  • Open access

Biblioteche di Plinio il Giovane (e la loro relazione con i libri di Plinio il Vecchio)

Fa parte di Biblioteche private/Altre biblioteche private di area occidentale

Costanza Bordoni - Pubblicato online il 28/09/2023 - DOI: 10.35948/DILEF/Dalib/23

Descrizione

Collocazione: secondo le notizie forniteci dallo stesso Plinio la villa doveva trovarsi a poca distanza da Roma, nell’ ager Laurentinus, nei pressi di un vicus probabilmente da identificare con il vicus Augustanus [vd. BIBPLIN-LET]. Il territorio laurentino e l’area costiera a sud di Ostia erano caratterizzati dalla presenza di numerose ville extraurbane, tra le quali, in età augustea, andò ad aggiungersi anche una proprietà imperiale. È possibile che la scelta di Plinio il Giovane per l’ubicazione della propria villa sia da imputare non solo alla vicinanza a Roma e all’amenità del luogo, ma anche per essere in prossimità dei possedimenti imperiali frequentati probabilmente da Plinio in quanto collaboratore dell’imperatore Traiano[1] [vd. BIBPLIN-LET].

Per giungere alla villa di Plinio si potevano utilizzare due strade principali la via Laurentina e la via Ostiense, entrambe da abbandonare rispettivamente dopo 14 e 11 miglia, per procedere lungo strade meno battute (Plin. epist. 2, 17, 1-2). Tali informazioni hanno indirizzato la ricerca archeologica verso i resti di ville romane che si trovavano in un’area limitrofa ai punti cardine offerti dal poeta. Già dal 1713 la villa di Plinio venne identificata con i resti archeologici rinvenuti in località La Palombara e scavati proprio in quell’anno dal marchese Sacchetti. Sebbene solo l’indicazione topografica fosse alla base di tale identificazione, questa venne generalmente accettata tanto che, all’inizio del secolo scorso, lo stesso Lanciani si espresse a favore di tale riconoscimento. Dopo l’acquisizione e l’apertura al pubblico del Parco di Castel Fusano da parte del comune di Roma (1933), vennero condotti a fasi alterne una serie di scavi che, proseguendo l’indagine del complesso fino all’inizio del 2000, hanno permesso di portare in luce gran parte dell’edificio. Le descrizioni forniteci da Plinio sulla sua villa (Plin. epist. 2, 17, 4-13; Plin. epist. 2, 17, 14-19) non trovano corrispondenza con le strutture archeologiche portate alla luce. Sicuramente diversi risultano gli accessi alla villa che, inoltre, potrebbe non essere il risultato di una costruzione unitaria ma derivare dal raccordo di nuclei in precedenza isolati. La villa sembra infatti presentare tre fasi costruttive diverse alle quali è imputabile la differenza di quote tra i corpi di fabbrica, non altrimenti spiegabile con la morfologia del terreno[2].

La mancanza di prove significative a sostegno dell’identificazione della villa di Castel Fusano con il Laurentinum ha fatto sì che le ricerche proseguissero anche in altre direzioni. Le indagini si sono concentrate sulla cd. Villa Magna a Castelporziano, in località Grotte di Piastra. Nella boscaglia limitrofa affioravano infatti i ruderi di un edificio romano diventati oggetto di ricognizioni da parte di Salza Prina Ricotti. Le ricognizioni e gli scavi che ne seguirono hanno effettivamente portato alla luce una villa marittima con ambienti residenziali e ambienti termali ad essa associati. Con la pubblicazione dei dati della prima campagna di scavo del 1984 e la descrizione delle strutture portate in luce, Salza Prina Ricotti propone l’individuazione del Laurentinum e fornisce anche una possibile localizzazione della biblioteca pliniana, accanto alle terme, in quello che ritiene essere il quartiere invernale della Villa[3]. Con tale identificazione non concorda De Franceschini, la quale ritiene insufficienti i dati in nostro possesso per ricostruire un’articolazione interna dei vani e accertare che si tratti del Laurentinum pliniano[4].

Storia degli scavi: La villa di Castel Fusano, ancora oggi ricordata come la “Villa di Plinio”, venne indagata per la prima volta nel 1713 dal marchese Sacchetti. Gli scavi proseguirono, su concessione del principe Chigi e sotto la supervisione archeologica di Fea, tra il 1802 e 1819. Nel 1933 le indagini furono condotte da Colini; al 1968 risalgono gli scavi di Cozza nella zona termale. La Sovrintendenza del Comune di Roma ha condotto gli scavi che si sono svolti tra il 1989 e i primi anni Duemila.

Più recenti, sebbene meno prolungati, sono gli interventi realizzati per la villa emersa nella tenuta di Castelporziano. Dopo un sopralluogo effettuato nel 1983, le prime ricognizioni e i saggi di scavo sono stati eseguiti tra l’84 e l’85 per volere della Soprintendenza Archeologica di Ostia. Lo scavo dell’area termale è proseguito nel 2014.

Pianta: la pianta della biblioteca non ricostruibile per nessuna delle ville per cui è stata proposta l’identificazione col Laurentinum. Comune era, in questo tipo di residenza, l’adibire una stanza a biblioteca o a raccolta libraria. Questi ambienti, tuttavia, non dovevano essere molto grandi e probabilmente non necessitavano di arredi particolari ma si limitavano ad avere semplici scaffalature lignee[5].

Apparato decorativo: ignoto a livello archeologico e scarsamente menzionato dallo stesso Plinio che si limita a ricordare la presenza, all’interno di una stanza semicircolare, di un armadio (armarium) destinato alla raccolta di libri da consultare ripetutamente [vd. BIBPLIN-LET].

Arco cronologico: la biblioteca all’interno del Laurentinum dovette essere attiva tra la fine del I secolo d.C. e l’inizio del II secolo, almeno fino alla morte dello stesso Plinio il Giovane, avvenuta nel 114 d.C.

Bibliografia di riferimento: Salza 1984, pp. 339-358; Lauro 1985, pp. 17-27; Salza 1985, pp. 53-66; Salza 1988, pp. 45-56; Lauro 1988, pp. 57-60; Ramieri 1995, pp. 407-416; De Franceschini 2005, pp. 260-264 (Castelfusano), pp. 265-267 (Castelporziano); Ramieri 2008, pp. 380-388.

  1. Lauro 1985, p. 18.

  2. Ramieri 1995, pp. 415-416.

  3. L’area si caratterizzava per la presenza di una serie di vani affacciati su un corridoio riscaldato tramite un sistema di tubuli e suspensurae (Salza 1985, p. 56)

  4. De Franceschini 2005, p. 265-267.

  5. Miesh 1990, p. 107.

Bibliografia

Bibliografia della biblioteca presso la villa Laurentina di Plinio il Giovane

De Franceschini, M. (2005), Ville dell’agro romano, Roma.

Lauro, M.G. (1985), L’ager Laurentinus e Tor Paterno, in (Aa. Vv.), Castelporziano I. Campagna di scavo e restauro 1984, pp. 17-27.

Lauro, M.G. (1988), Cippo con dedica a Silvano da Marco Antonio Balbo, in (Aa. Vv.), Castelporziano II. Campagna di scao e restauro 1985-1986, Roma, pp. 57-60.

Mielsh, H. (1990), La villa romana (con guida archeologica a cura di Gianluca Tagliamonte), Firenze.

Ramieri, A.M. (1995), La villa di Plinio a Castel Fusano, in Archeologia Laziale XII, 2, «QArchEtr», pp. 407-416.

Ramieri, A.M. (2008), Via Severiana. Castel Fusano. Villa di Plinio (Municipio XIII), «BCAR» 109, pp. 380-388.

Salza-Prina-Ricotti, E. (1984), La c.d. Villa Magna. Il Laurentinum di Plinio il Giovane, «MAL» 8,39, pp. 339-358.

Salza-Prina-Ricotti, E. (1985), La Villa Magna a Grotte di Piastra, in (Aa. Vv.), Castelporziano I. Campagna di scavo e restauro 1984, pp. 53-66.

Salza-Prina-Ricotti, E. (1988), Il Laurentino: scavi del 1985, in (Aa. Vv.), Castelporziano II. Campagna di scao e restauro 1985-1986, Roma, pp. 45-56.

Fonti

Fonti

Plin. epist. 2, 17, 1-2

1-2 Miraris cur me Laurentinum uel (si ita mauis), Laurens meum tanto opere delectet; desines mirari, cum cognoueris gratiam uillae, opportunitatem loci, litoris spatium. Decem septem milibus passuum ab urbe secessit, ut peractis quae agenda fuerint saluo iam et composito die possis ibi manere. Aditur non una uia; nam et Laurentina et Ostiensis eodem ferunt, sed Laurentina a quarto decimo lapide, Ostiensis ab undecimo relinquenda est.

https://latin.packhum.org/loc/1318/1/40/77-103@1#40

Plin. epist. 2, 17, 4-13

Cuius in prima parte atrium frugi, nec tamen sordidum; deinde porticus in D litterae similitudinem circumactae, quibus paruola sed festiua area includitur. Egregium hae aduersus tempestates receptaculum; nam specularibus ac multo magis imminentibus tectis muniuntur. Est contra medias cauaedium hilare, mox triclinium satis pulchrum, quod in litus excurrit ac si quando Africo mare impulsum est, fractis iam et nouissimis fluctibus leuiter adluitur. Vndique ualuas aut fenestras non minores ualuis habet atque ita a lateribus a fronte quasi tria maria prospectat; a tergo cauaedium porticum aream porticum rursus, mox atrium siluas et longinquos respicit montes. Huius a laeua retractius paulo cubiculum est amplum, deinde aliud minus quod altera fenestra admittit orientem, occidentem altera retinet; hac et subiacens mare longius quidem sed securius intuetur. Huius cubiculi et triclinii illius obiectu includitur angulus, qui purissimum solem continet et accendit. Hoc hibernaculum, hoc etiam gymnasium meorum est; ibi omnes silent uenti, exceptis qui nubilum inducunt, et serenum ante quam usum loci eripiunt. Adnectitur angulo cubiculum in hapsida curuatum, quod ambitum solis fenestris omnibus sequitur. Parieti eius in bibliothecae speciem armarium insertum est, quod non legendos libros sed lectitandos capit. Adhaeret dormitorium membrum transitu interiacente, qui suspensus et tubulatus conceptum uaporem salubri temperamento huc illuc digerit et ministrat. Reliqua pars lateris huius seruorum libertorumque usibus detinetur, plerisque tam mundis, ut accipere hospites possint. Ex alio latere cubiculum est politissimum; deinde uel cubiculum grande uel modica cenatio,

quae plurimo sole, plurimo mari lucet; post hanc cubiculum cum procoetone, altitudine aestiuum, munimentis hibernum est enim subductum omnibus uentis. Huic cubiculo aliud et procoeton communi pariete iunguntur. Inde balinei cella frigidaria spatiosa et effusa, cuius in contrariis parietibus duo baptisteria uelut eiecta sinuantur, abunde capacia si mare in proximo cogites. Adiacet unctorium, hypocauston, adiacet propnigeon balinei, mox duae cellae magis elegantes quam sumptuosae; cohaeret calida piscina mirifica, ex qua natantes mare adspiciunt, nec procul sphaeristerium quod calidissimo

soli inclinato iam die occurrit. Hic turris erigitur, sub qua diaetae duae, totidem in ipsa, praeterea cenatio quae latissimum mare longissimum litus uillas amoenissimas possidet. Est et alia turris; in hac cubiculum, in quo sol nascitur conditurque; lata post apotheca et horreum, sub hoc triclinium, quod turbati maris non nisi fragorem et sonum patitur, eumque iam languidum ac desinentem; hortum et gestationem uidet, qua hortus includitur.

https://latin.packhum.org/loc/1318/1/40/77-103@1#40

Plin. epist. 2, 17, 14-19

Gestatio buxo aut rore marino, ubi deficit buxus, ambitur; nam buxus, qua parte defenditur tectis, abunde uiret; aperto caelo apertoque uento et quamquam longinqua aspergine maris inarescit. Adiacet gestationi interiore circumitu uinea tenera et umbrosa, nudisque etiam pedibus mollis et cedens. Hortum morus et ficus frequens uestit, quarum arborum illa uel maxime ferax terra est, malignior ceteris. Hac non deteriore quam maris facie cenatio remota a mari fruitur, cingitur diaetis duabus a tergo, quarum fenestris subiacet uestibulum uillae et hortus alius pinguis et rusticus. Hinc cryptoporticus prope publici operis extenditur. Vtrimque fenestrae, a mari plures, ab horto singulae sed alternis pauciores. Hae cum serenus dies et immotus, omnes, cum hinc uel inde uentis inquietus, qua uenti quiescunt sine iniuria patent. Ante cryptoporticum xystus uiolis odoratus. Teporem solis infusi repercussu cryptoporticus auget, quae ut tenet solem sic aquilonem inhibet summouetque, quantumque caloris ante tantum retro frigoris; similiter africum sistit, atque ita diuersissimos uentos alium alio latere frangit et finit. Haec iucunditas eius hieme, maior aestate. Nam ante meridiem xystum, post meridiem gestationis hortique proximam partem umbra sua temperat, quae, ut dies creuit decreuitue, modo breuior modo longior hac uel illa cadit. Ipsa uero cryptoporticus tum maxime caret sole, cum ardentissimus culmini eius insistit. Ad hoc patentibus fenestris fauonios accipit transmittitque nec umquam aere pigro et manente ingrauescit.

https://latin.packhum.org/loc/1318/1/40/77-103@1#40

Informazioni sull'autore

Costanza Bordoni -
Università degli studi di Firenze

Informazioni

Cita come: Costanza Bordoni, Biblioteche di Plinio il Giovane (e la loro relazione con i libri di Plinio il Vecchio)_Scheda Archeologica, anno 2023, DOI 10.35948/DILEF/Dalib/23 contenuto in Valeria Piano, Barbara del Giovane (a cura di), DaLiB. Dal Libro alla biblioteca, DILEF Unifi 2023.

Ricevuto il: 03/08/2023

Pubblicato online il: 28/09/2023

DOI: 10.35948/DILEF/Dalib/23

Copyright e licenza d'uso: https://dalib.it/contenuti/informativa/8261

Progetto finanziato da:

Questo sito è stato realizzato ed è ospitato dal Laboratorio di Informatica Umanistica del DILEF – Università degli studi di Firenze