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Biblioteca di Erennio Severo

Fa parte di Biblioteche private/Biblioteche private di Roma

Marta Maria Perilli - Pubblicato online il 28/09/2023 - DOI: 10.35948/DILEF/Dalib/21

Descrizione

L’epistola 4, 28 di Plinio il Giovane[1], datata al 104-105[2], è l’unica fonte a nostra disposizione relativa alla biblioteca privata di Erennio Severo, uir doctissimus (par. 1 in Plin. epist. 4, 28). Sulla base di Suda, s.v. Φίλων Βύβλιος (= FGrHist 790 T 1)[3], l’Erennio Severo menzionato da Plinio potrebbe essere il patrono dell’antiquario e biografo Filone di Byblos[4] ed essere stato console tra il 101-104 oppure, secondo un’ipotesi alternativa, nel 128[5].

Nella lettera, indirizzata a Vibio Severo[6], Plinio riporta che Erennio Severo gli aveva chiesto aiuto per procurarsi i ritratti di Cornelio Nepote e Tito Cazio con cui voleva adornare la sua biblioteca (par. 1 in Plin. epist. 4, 28)[7]. Plinio, quindi, delegò l’incarico a Vibio Severo, concittadino dei due autori, ritenendo verosimile che nella città di origine di Cornelio Nepote e Tito Cazio fossero presenti i loro ritratti[8], da cui un pittore esperto avrebbe potuto copiare e dipingere le imagines da apporre nella Biblioteca di Erennio Severo (parr. 1-2 in Plin. epist. 4, 28).

Plinio non dice il nome della città da cui provenivano Vibio Severo, Cornelio Nepote e Tito Cazio, che è stata ed è tuttora oggetto di dibattito. Sia Cornelio Nepote che Tito Cazio erano originari dell’area padana. Secondo una nota formulazione di Plinio il Vecchio (Plin. nat. 3, 127), Cornelio Nepote era Padi accola («abitante del Po»), quindi proveniva da una zona presso il Po[9]. Tito Cazio, invece, era il filosofo epicureo che Cicerone dice essere Insuber, cioè originario della Gallia Cisalpina, nel contesto di una dura critica alla traduzione fatta dal filosofo della terminologia epicurea (Cic. fam. 15, 16, 1; Cic. fam. 15, 19, 1-2)[10]. Diversamente, Quintiliano lo annovera (peraltro assieme a Cicerone) tra i pochi scrittori latini di filosofia che avevano saputo trattare la materia con eloquenza, ricordandolo come autore epicureo «poco raffinato, ma non sgradevole» (Quint. inst. 10, 1, 123-124; stando a Porph. ad Hor. sat. 2, 4, 1, avrebbe scritto quattro libri De rerum natura et de summo bono). Per quanto ancora non vi sia accordo sulla città di provenienza comune a questi tre personaggi, le opzioni più plausibili sono due: Milano, capoluogo degli Insubri, o Pavia[11].

Dal desiderio del proprietario di procurarsi le effigi di Cornelio Nepote e Tito Cazio si desume che nella Biblioteca di Erennio Severo ne erano conservate le opere, ma non abbiamo ulteriori informazioni sulla consistenza libraria. È stato ipotizzato che dovesse essere molto ampia dato che comprendeva anche opere di autori meno noti come Tito Cazio[12]. Non abbiamo, tuttavia, sufficienti informazioni su questo filosofo epicureo per trarre una simile conclusione sulla sua fama all’inizio del II sec. Anzi, il fatto stesso che Erennio Severo ne ricercasse il ritratto per la sua biblioteca e che il filosofo fosse considerato tra i vanti della città padana d’origine di Vibio Severo (par. 2 in Plin. epist. 4, 28) induce a supporre che Tito Cazio godesse di una certa notorietà, «una notorietà che la testimonianza di Quintiliano dimostra essere ancora consistente in anni non lontani da quelli dell’epistolario pliniano»[13].

Sono incerti sia il periodo di attività che la collocazione della biblioteca. Considerato che il quarto libro delle epistole di Plinio è del 104-105 circa[14], questo deve essere considerato il terminus ante quem per la richiesta di Erennio Severo a Plinio. È ipotizzabile quindi che il periodo di attività della biblioteca sia da fissare attorno al primo decennio del II sec. d.C. Non abbiamo indizi circa l’ubicazione: dato che Erennio Severo potrebbe aver ricoperto la carica consolare, si propone una collocazione convenzionale a Roma, dove Severo dovette risiedere durante il consolato.


Bibliografia di riferimento: Fedeli 1988, p. 38; 2014, p. 183; per un commento a Plin. epist. 4, 28 cf. Sherwin-White 1966, p. 307-308; Lehmann-Hartleben 2007, pp. 65-66.


  1. Un’analisi delle strategie comunicative dell’epistola 4, 28 e della caratterizzazione dei personaggi menzionati da Plinio il Giovane oltre che di Plinio stesso in Radicke 2003.

  2. Sherwin-White 1966, p. 34. In generale, per bibliografia relativa alla datazione delle lettere di Plinio il Giovane vd. BIBPLIN-LET n. 16.

  3. Su FGrHist 790 T 1, il cui testo è probabilmente corrotto, cf. Kaldellis 2019.

  4. Su Filone di Byblos, oltre a Kaldellis 2019, vd. anche Fornaro 2006 con bibliografia.

  5. A favore dell’identificazione dell’Erennio Severo in Plinio con il patrono di Filone di Byblos e della datazione del consolato nel 101-104, Radicke 2003, p. 25 n. 13; Kokkinos 2012, p. 434. A favore della datazione del consolato di Erennio Severo in età adrianea, PIR2 H 130; Birley 1997, pp. 227-228; 2000, p. 62. Sherwin-White 1966, p. 307 accetta il 128 d.C. come data del consolato dell’Erennio Severo nominato in FGrHist 790 T 1 e osserva che questa datazione ne rende incompatibile l’identificazione con il personaggio menzionato da Plinio: se Erennio Severo fosse stato console nel 128, al tempo dell’epistola 4, 28 egli sarebbe stato adulescens o iuuenis e Plinio non avrebbe potuto chiamarlo uir.

  6. Su Vibio Severo, a cui Plinio indirizza anche l’epistola 3, 18 relativa alla rielaborazione del Panegirico, cf. Sherwin-White 1966, pp. 250-251; Birley 2000, p. 100.

  7. Sui ritratti degli autori e le opere d’arte nelle biblioteche antiche cf. Petrain 2013, pp. 338-346; Houston 2014, pp. 209-214; Spinola 2014, pp. 155-175. A partire dalla Biblioteca di Erennio Severo cf. Lehmann-Hartleben 2007, pp. 65-66. La presenza di ritratti di autori in biblioteche private di età flavia e traianea è attestata p.es. anche nella Biblioteca di Stertinio Avito (ritratto di Marziale) e nelle Biblioteche di Silio Italico (ritratto di Virgilio): vd. BIBSTERTAV-LET; BIBSIL-LET: “Le biblioteche delle ville campane di Silio Italico”.

  8. Lehmann-Hartleben 2007, p. 66 «[u]n ritratto, conservato in proprietà della famiglia […] o connesso colla tomba o infine onorario doveva formare spesso il punto di partenza della tradizione iconografica per il divulgarsi dei ritratti di personaggi illustri del passato».

  9. Un’esaustiva riconsiderazione delle testimonianze antiche e delle ipotesi proposte sulla patria di Cornelio Nepote in Canobbio 2013, nel cui contributo viene attentamente riesaminata l’epistola 4, 28 di Plinio il Giovane.

  10. Le attestazioni del filosofo epicureo Tito Cazio sono raccolte in Garbarino 2003, pp. 80-83, con ampia bibliografia; per l’identificazione di Tito Cazio menzionato da Plinio e per il valore spregiativo dell’etnonimo Insuber usato da Cicerone cf. Canobbio 2013, pp. 21-24 (a pp. 21-22 n. 10 sono vagliate varie ipotesi alternative circa l’identità di Tito Cazio, con ulteriore bibliografia); inoltre, Sherwin-White 1966, p. 307; Shackleton Bailey 1977, p. 379. Sulla discussa identificazione del filosofo Tito Cazio con il Cazio protagonista della satira 2, 4 di Orazio vd. EO 2, pp. 683-684, s.v. “Cazio” (P. Desideri); da ultimo Freudenburg 2021, pp. 173-174.

  11. Propende per Milano, p.es., Sherwin-White 1966, p. 307; per Pavia, p.es., Mommsen 1869, p. 62 n. 1; Canobbio 2013.

  12. Radicke 2003, p. 27.

  13. Canobbio 2013, p. 24.

  14. Vd. supra n. 2

Bibliografia

Birley, A.R. (1997), Hadrian. The Restless Emperor, London-New York.

Birley, A.R. (2000), Onomasticon to the Younger Pliny. Letters and Panegyric, München-Leipzig.

Canobbio, A. (2013), Un Padi accola e i suoi municipes. Rileggendo le testimonianze antiche sul luogo natale di Cornelio Nepote, in Bernardi Perini, G. – Cavarzere, A. (eds.), Orizzonti culturali di Cornelio Nepote dal Po a Roma, Firenze, pp. 17-42.

Fedeli, P. (1988), Biblioteche private e pubbliche a Roma e nel mondo romano, in Cavallo, G. (ed.), Le biblioteche nel mondo antico e medievale, Roma-Bari, pp. 29-64.

Fedeli, P. (2014), Le biblioteche private nel mondo romano, in Meneghini, R. – Rea, R. (eds.), La biblioteca infinita. I luoghi del sapere nel mondo antico, Milano, pp. 177-189.

Fornaro, S. (2006), Herennius Philo, in «Brill’s New Pauly Online» (https://doi.org/10.1163/1574-9347_bnp_e509520).

Freudenburg, K. (2021), Horace, Satires, Book II, Cambridge.

Garbarino, G. (2003), Philosophorum Romanorum fragmenta usque ad L. Annaei Senecae aetatem, Bologna.

Houston, G.W. (2014), Inside Roman Libraries. Book Collections and their Management in Antiquity, Chapel Hill.

Kaldellis, A. (2019), Philon of Byblos (790), in «Jacoby Online. Brill's New Jacoby – Second Edition, Part III» (http://dx.doi.org/10.1163/1873-5363_bnj2_a790).

Kokkinos, N. (2012), A Note on the Date of Philo of Byblus, «CQ» 62, pp. 433-435.

Lehmann-Hartleben, K. (2007), Plinio il Giovane. Lettere scelte con commento archeologico, Pisa (ristampa con Introduzione di P. Zanker e Aggiornamento bibliografico a cura di A. Anguissola dell’ed. Lehmann-Hartleben, K., Plinio il Giovane. Lettere scelte con commento archeologico, Firenze 1936).

Mommsen, T. (1869), Zur Lebensgeschichte des jüngeren Plinius, «Hermes» 3, pp. 31-139.

Petrain, D. (2013), Visual Supplementation and Metonymy in the Roman Public Library, in König, J. – Oikonomopoulou, K. – Woolf, G. (eds.), Ancient Libraries, Cambridge, pp. 237-260.

Radicke, J. (2003), Der öffentliche Privatbrief als ‘kommunizierte Kommunikation’ (Plin. Epist. 4, 28), in Castagna, L. – Lefèvre, E. (eds.), Plinius der Jüngere und seine Zeit, München-Leipzig, pp. 23-34.

Shackleton Bailey, D.R. (1977), Marcus Tullius Cicero. Epistulae ad familiares, Cambridge.

Sherwin-White, A.N. (1966), The Letters of Pliny. A Historical and Social Commentary, Oxford.

Spinola, G. (2014), I ritratti dei poeti, filosofi, letterati e uomini illustri nelle biblioteche romane, in Meneghini, R. – Rea, R. (eds.), La biblioteca infinita. I luoghi del sapere nel mondo antico, Milano, pp. 155-175.

Fonti

Fonti

Plin. epist. 4, 28

1 Herennius Severus uir doctissimus magni aestimat in bibliotheca sua ponere imagines municipum tuorum Corneli Nepotis et Titi Cati petitque, si sunt istic, ut esse credibile est, exscribendas pingendasque delegem. 2 Quam curam tibi (i.e. Vibio Severo) potissimum iniungo, primum quia desideriis meis amicissime obsequeris, deinde quia tibi studiorum summa reuerentia, summus amor studiosorum, postremo quod patriam tuam omnesque, qui nomen eius auxerunt, ut patriam ipsam ueneraris et diligis. Peto autem, ut pictorem quam diligentissimum adsumas. 3 Nam cum est arduum similitudinem effingere ex uero, tum longe difficillima est imitationis imitatio; a qua rogo ut artificem quem elegeris ne in melius quidem sinas aberrare.

https://latin.packhum.org/loc/1318/1/92/84-117@1#92

Testi di confronto

Cic. fam. 15, 16, 1

Nam, ne te fugiat, Catius Insuber Ἐπικούρειος, qui nuper est mortuus, quae ille Gargettius et iam ante Democritus εἴδωλα, hic spectra nominat.

https://latin.packhum.org/loc/474/56/402/108-175@1#402

Cic. fam. 15, 19, 1-2

Videor enim cum praesente loqui et iocari. nec tamen hoc usu venit propter spectra Cati<a>na; pro quo tibi proxima epistula tot rusticos Stoicos regeram ut Catium Athenis natum esse dicas. […] Ipse enim Epicurus, a quo omnes Catii et Amafinii, mali verborum interpretes, proficiscuntur, dicit…

https://latin.packhum.org/loc/474/56/405/211-226@1#405

Plin. nat. 3, 127

Nepos [] Padi accola.

https://latin.packhum.org/loc/978/1/257/910-921@1#257

Quint. inst. 10, 1, 123-124

Supersunt qui de philosophia scripserint: quo in genere paucissimos adhuc eloquentes litterae Romanae tulerunt. […] In Epicuriis levis quidem, sed non iniucundus tamen auctor est Catius.

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Porph. ad Hor. sat. 2, 4, 1

Catius epicureus fuit, qui scripsit quattuor libros de rerum natura, et de summo bono.

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FGrHist 790 T 1

Φίλων Βύβλιος· γραμματικός. οὗτος γέγονεν ἐπὶ τῶν χρόνων τῶν ἐγγὺς Νέρωνος, καὶ παρέτεινεν εἰς μακρόν· ὕπατον γοῦν Σεβῆρον τὸν ᾽Ερέννιον χρηματίσαντα αὐτὸς εἶναί φησιν, ὅταν ἦγεν η̄ καὶ ο̄ ἔτος, ὀλυμπιάδι δὲ † κ̄ καὶ διακοσιοστῆι. γέγραπται δὲ αὐτῶι Περὶ κτήσεως καὶ ἐκλογῆς βιβλίων βιβλία ιβ· Περὶ πόλεων καὶ οὓς ἑκάστη αὐτῶν ἐνδόξους ἤνεγκε βιβλία λ̄· Περὶ τῆς βασιλείας ᾽Αδριανοῦ (ἐφ᾽ οὗ καὶ ἦν ὁ Φίλων)· καὶ ἄλλα.

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Marta Maria Perilli - 0000-0001-6883-7286
Università degli studi di Firenze

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Cita come: Marta Maria Perilli, Biblioteca di Erennio Severo_Scheda Letteraria, anno 2023, DOI 10.35948/DILEF/Dalib/21 contenuto in Valeria Piano, Barbara del Giovane (a cura di), DaLiB. Dal Libro alla biblioteca, DILEF Unifi 2023.

Ricevuto il: 27/07/2023

Pubblicato online il: 28/09/2023

DOI: 10.35948/DILEF/Dalib/21

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